8 MARZO, Giornata Internazionale della donna, dalle origini ad oggi: esiste davvero la parità salariale?
La prima Giornata internazionale della donna, the first Woman’s Day, fu celebrata su iniziativa del partito socialista Americano, il 23 febbraio 1909. Il 22 novembre dello stesso anno, a New York, iniziò un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910. Le donne di tutto il mondo avevano iniziato ad avvertire l’esigenza del voto universale, di cui discussero per la prima volta nel VII Congresso della II Internazionale Socialista, a Stoccarda, nel 1907. Rosa Luxemburg e Clara Zetkin riuscirono ad imporre all’attenzione dei loro colleghi la questione femminile e decisero la creazione di un Ufficio d’ informazione delle donne socialiste. In Russia, la prima giornata della donna fu proclamata nel 1913, in Francia nel 1914. Le celebrazioni furono interrotte dalla prima guerra mondiale finché a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917, le donne organizzarono una grande manifestazione. Per questo motivo si stabilì di fissare l’8 Marzo come data comune a tutti i Paesi. L’Italia celebrò la prima giornata internazionale della donna l’8 Marzo del 1922. Nel nostro Paese le donne votarono per la prima volta nel 1946. Abbiamo voluto ricordare, in questo giorno, l’articolo 37 della nostra Carta Costituzionale, che sancisce la parità dei diritti tra uomo e donna, per quanto riguarda le condizioni di lavoro. Secondo uno studio condotto su differenti Paesi, da wageindicator.org, in Italia, le donne, a parità d’istruzione, lavoro, preparazione ed età dei loro colleghi maschi, guadagnano il 24% in meno. Per quanto tale cifra potrebbe variare percentualmente, occorre riconoscere che, se è vero che in ambito pubblico i diritti delle donne sono rispettati, nei settori privati è –spesso- ancora lunga la strada da percorrere. (M.I.)