Autismo questo sconosciuto: vi siete mai fatti guidare da un bambino?
Luca non sa contare le carte a memoria come il protagonista di Rain Man e, probabilmente, non aiuterà mai nessuno a sbancare il casinò. Ha paura dei tuoni e s’innervosisce per i cambiamenti: non spostategli l’angolo dei giochi e non azzardatevi a muovere di qualche centimetro la sua scrivania. Gli piace tirare il pallone ma soltanto se e quando ne ha voglia. Può calciare dritto in porta, facendo lo slalom tra i giocatori con un’agilità da fare invidia a chiunque, sballando qualsiasi statistica medica sui “bambini come lui.” Può pure andarsene, nel bel mezzo della partita di calcio, proprio mentre la sua squadra sta vincendo, senza dire niente a nessuno, semplicemente perché ha deciso che, in quel momento, vuole smettere di giocare. Si tocca la mano destra con la sinistra per rassicurarsi e si siede in disparte a rileggere un libro, lo stesso, per la settima volta. Non ne vuole uno nuovo, non provate a forzarlo con un altro racconto, perché a ogni rilettura lui noterà una cosa che non aveva mai visto prima, scoprirà una diversa gradazione di colore nei disegni a corredo della storia e ritroverà intatte quelle parole che, invece, gli erano piaciute alla lettura precedente. Non ve lo dirà esplicitamente, lo dovrete intuire, osservare. Luca è un bambino unico e la sua famiglia e i pochi amici lo amano davvero per quello che è: uno dei tanti ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico. Il 2 Aprile è la giornata mondiale di sensibilizzazione sulla malattia. Cerchiamo di sfidare noi stessi a rispettare e accettare le persone per quello che sono, il che non significa smettere di lottare per avere dei risultati positivi. Vuol dire, piuttosto, finirla di trattare da “handicappati” o “incapaci” i ragazzi che non rispondono immediatamente alle aspettative della società. Dai giudizi negativi non può derivare alcuna crescita. Diceva Tiziano Terzani: “È nell’armonia fra le diversità che il mondo si regge, si riproduce, sta in tensione, vive!” Impariamo a rispettare bambine e bambini e a valorizzare i tratti della loro unicità. Oggi avviciniamoci a Luca, a Lucia, a uno/a qualsiasi dei bambini autistici che conosciamo, senza dire né chiedere niente. Aspettiamo che siano loro a parlarci e a muoversi. Saranno loro a collocarci nello spazio, per insegnarci che gioco vogliono fare. Non aspettatevi nulla da voi stessi: i risultati riusciranno a stupirvi. Svuotate la mente, almeno per un giorno, vi sentirete meglio. Parola provata. (M.I.)