Pedofilia in Vaticano: le verità finora nascoste
Il trionfo di Spotlight, agli Oscar 2016, è stato annunciato dai media internazionali ma ancora nessuno, da noi, parla del forte legame tra l’Italia e i fatti denunciati nel film e realmente accaduti. Spotlight, uscito nel nostro Paese il mese scorso -quasi in sordina- racconta le inchieste sulla pedofilia nella Chiesa Cattolica, portate avanti dai giornalisti di The Boston Globe nel 2001. Padre John Geoghan fu allora accusato di molestie su oltre ottanta bambini. Nell’ esaminare le carte processuali, i giornalisti scoprirono molti altri casi di abusi e una lobby internazionale di avvocati, politici, professionisti laici e religiosi, i quali aiutarono l’arcidiocesi di Boston a nascondere i casi di pedofilia, negando giustizia alle piccole vittime. L’oscar per il miglior film 2016 diventa un espediente per informare su un argomento di cui, in Italia, non si parla mai abbastanza: la pedofilia. Un crimine che non è perpetrato soltanto nella Chiesa. Dai preti, chiamati per vocazione a difendere i deboli, non ci si aspetterebbe mai, però, l’abuso degli esseri più indifesi: le bambine e i bambini. Vescovi e cardinali, piuttosto che consegnare alla giustizia i preti pedofili, li hanno spostati tra le varie comunità. Quei criminali -mossi da una parrocchia all’ altra- hanno dato vita a una frattura scomposta nell’organismo clericale. Torniamo a parlare di Padre Francis Bernard Law, un personaggio che, nel nostro Paese, conoscono ancora in pochi. Condannato in via definitiva nel 2002 dalla giustizia Americana, per aver coperto tutti i casi di pedofilia -sì, proprio quelli del film- a Boston, dov’è Arcivescovo dal 1984, è costretto a dimettersi in seguito allo scandalo. Dove va a nascondersi, per sfuggire a un mandato di cattura internazionale? Nella Basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, dov’è Arciprete e beneficia dell’extraterritorialità Vaticana -nel silenzio generale dell’Italia- fino al 2011, quando gli succede, nel titolo onorifico, Padre Santos Abril y Castelló. Non stiamo parlando di finzioni cinematografiche -lo ripetiamo- ma di fatti realmente avvenuti. Nessun pontefice ha mai estromesso Francis Bernard Law dalle sue funzioni, per avere coperto i preti pedofili in America. Papa Giovanni Paolo II ha condannato la pedofilia pubblicamente, ma -di fatto- non chi -tra vescovi e cardinali- ha aiutato i preti pedofili a nascondersi all’interno della Chiesa. Nel nostro Paese, rivelare gli errori di un Papa è taboo, mai messo in discussione neanche dai media più indipendenti. Del resto, quale giornalista vuol essere denunciato per vilipendio alla religione cattolica o additato come anticristo, con la perdita di consensi che ciò comporterebbe? Purtroppo, la storia sembra ripetersi ciclicamente.
Il cardinale Australiano George Pell, accusato in Australia di aver coperto oltre duecento abusi perpetrati da preti pedofili, è attualmente a Roma e dal 2014 riveste il ruolo di prefetto del Dicastero per l’Economia della Curia. Tuttavia, non è stata ancora emessa alcuna condanna nei suoi confronti. Le indagini sono tuttora in corso, nel suo Paese, anche se il cardinale non sta presenziando al processo. Ha risposto ad alcune domande in collegamento video con il tribunale di Sidney, comodamente seduto in un albergo di lusso della Capitale: l’Hotel Quirinale. Gli è stato chiesto perché non abbia mai agito -pur essendo stato messo, all’epoca, al corrente dei fatti- per impedire gli abusi su bambine e bambini, perpetrati da sacerdoti -due su tutti Edward Dolan e Gerald Ridsdale- tra gli anni ’70 ed ’80. Di fronte alle accuse che gli sono state mosse, Pell ha ammesso di non aver fatto nulla per condannare e fermare i preti a lui segnalati, perché “non era bene a conoscenza della situazione.” Gli hanno dunque chiesto perché, quando il pedofilo Padre Ridsdale fu arrestato nel 1993, lo accompagnò alla prima udienza del processo e Pell ha risposto di avere agito per spirito di fratellanza cristiano. Le vittime di pedofilia, giunte a Roma dall’Australia per guardarlo in faccia, assicurano di non avere ricevuto, finora, alcun conforto dal Cardinale. Eppure Pell, come Law, come altri prelati, accusati d’aver nascosto i preti pedofili nel mondo, non hanno agito come schegge impazzite, ma pare piuttosto che abbiano seguito le regole di un’istituzione, la Curia Romana, considerandola al di sopra di ogni altra giurisdizione. Nella lettera De delictis gravioribus, del 2001, l’ex Papa Joseph Ratzinger ha integrato il documento Crimen Sollecitationis, redatto dal Sant’ Uffizio nel ’62. Il De delictis gravioribus del 2001, pur annoverando la pedofilia tra i delitti più gravi -come annunciato dallo stesso titolo-, non si discosta però dal precedente documento quando invita i preti alla riservatezza, se vengono a conoscenza di tali reati. Stabilisce che devono essere giudicati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. In tal modo, come il Crimen Sollecitationis, non suggerisce di denunciare i preti pedofili alle autorità giudiziarie dei Paesi in cui sono avvenute le violenze sui minori, ma tende a chiudere le informazioni all’interno dell’ambiente ecclesiale. Pochi sanno che, in Texas, la Corte di Harris County ha indagato Joseph Ratzinger nel 2005, ritenendolo colpevole di aver ostacolato la giustizia, poiché il De delictis gravioribus fu chiamato in causa nei processi contro diversi preti pedofili negli Usa, tra cui il processo contro Padre Juan Carlos Patino-Arango. Ratzinger non presenziò in tribunale, beneficiando dell’ immunità diplomatica, in quanto Capo di uno Stato Sovrano -il Vaticano-.
Infallibilità del Papa? Infallibilità del Papa: un concetto che dice tutto. Colui che viene considerato Dio in terra, in un Paese a maggioranza cattolico, non può errare. Più facile che a sbagliare siano i giornalisti, le carte processuali, le ferite dei bambini, per chi proprio non vuole vedere. Nel 2001/2002, lo scandalo dei preti pedofili è scoppiato sui media Americani e Internazionali, senza eco nel nostro Paese. Mentre noi Italiani celebravamo colui che sarebbe diventato sua santità Karol, il resto del mondo criticava il Vaticano, restando fortemente deluso di fronte all’operato dell’amatissimo Papa polacco, in merito alla tutela dei minori. Sotto il pontificato di Wojtyła, l’ex Arcivescovo di Boston, Francis Bernard Law, è stato ordinato Cardinale ed è stato, oltre che emerito Arciprete di una delle basiliche più importanti di Roma -S.Maria Maggiore-, anche membro del Pontificio Consiglio per la Famiglia, della Congregazione per il Clero e di numerose altre Congregazioni: per i Vescovi; per le Chiese Orientali; per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; per l’Educazione Cattolica; per l’Evangelizzazione dei Popoli. Papa Giovanni Paolo II e il suo successore –Joseph Ratzinger– hanno tutt’ altro che condannato Francis Bernard Law, a giudicare dai titoli che gli hanno conferito. A meno che non volessero punirlo tenendolo davvero molto impegnato!
È circolata la voce -poi rivelatasi infondata- che Papa Francesco avesse allontanato per sempre dalla Chiesa l’anziano Padre Bernard Law. L’86enne gode invece, ancora, dell’extraterritorialità Vaticana. Pare che al momento risieda nel monumentale Palazzo della Cancelleria Papale, territorio della Santa Sede. Quando mettiamo piede nella Cancelleria, oppure in una Chiesa o in una Basilica di Roma, entriamo in un territorio Estero, il Vaticano, che ha le sue leggi e la sua sovranità. All’ interno di tale Stato, la giustizia Americana non ha potuto espletare le sue funzioni. È bene chiedersi perché, in Italia, al nostro popolo di santi ed eroi, sembra non interessare. La condanna della pedofilia nelle dichiarazioni ufficiali diventa un mero esercizio di retorica -se non seguita da una condanna morale, civile e penale di chi delinque-. Ora il mondo attende l’Esempio concreto, il cambiamento, da colui che ha scelto il nome del più semplice tra i santi: Francesco. Francesco d’Assisi, infatti, fece della coerenza tra parole e azioni la linea guida di tutta la sua vita. (M.I.)
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Sono cattolica,ma è giusto che la pedofilia venga condannata severamente dalla Chiesa, non tollerata e il problema non può essere risolto spostando il sacerdote responsabile di questo crimine in un altro ambito, dandogli la possibilità di perpetrare nel sui errore