Emergenza rifiuti
In diverse regioni d’Italia la gestione dei rifiuti causa problemi alle amministrazioni. Nella capitale, tuttavia, lo spettacolo dei secchi stracolmi di spazzatura è divenuto ormai abituale e -come se non bastasse- gli scioperi dell’Ama accentuano i disagi, ormai percepiti come insostenibili dalla popolazione. La raccolta dei rifiuti è un tema caldo, portato alla luce dell’attenzione pubblica internazionale, dai media, sotto la giunta Marino. In realtà, la gestione dei rifiuti era un tasto dolente già prima di Marino, lo è stato anche durante la sua amministrazione e continua ad esserlo oggi, con il Commissario Prefettizio che gli è succeduto al governo della città. La raccolta differenziata e –in diversi quartieri- anche quella ultra differenziata porta a porta, ci rendono all’avanguardia nel mondo in merito al riciclo dei rifiuti. Tuttavia, sebbene i cittadini romani abbiano imparato negli anni a riciclare e stiano acquisendo sempre maggiore consapevolezza dell’impatto ambientale dei loro comportamenti, le amministrazioni pubbliche non sempre risultano adeguate alle esigenze delle città. Roma, oltre ad essere enorme, è la residenza di milioni d’ individui, per lo più stipati in condomini ad altissima densità abitativa. Se in Svizzera la raccolta porta a porta avviene senza troppi problemi, prelevando giornalmente i rifiuti davanti alle villette, a Roma sono stati escogitati altri sistemi. Le salette condominiali delle periferie sono diventate delle mini discariche, dotate di quattro secchi: organico; carta e cartone; plastica; materiali non riciclabili. Poco lontano ci sono le campane per la raccolta del vetro. Ogni palazzo ha la chiave della sua saletta per la raccolta dei rifiuti e –in assenza di tali spazi- sono stati creati dei box nel verde condominiale –sempre dotati di chiave, per responsabilizzare i condomini, i quali sono sottoposti a multe, in caso di mancato riciclo-.
Potete immaginare i disagi quando l’organico non viene ritirato: cattivi odori, che rendono l’aria irrespirabile e insalubre, animali che si aggirano attorno alle buste di rifiuti accatastate l’una sull’altra. Eppure, i romani pagano più di tutti per la tariffa rifiuti. In media 266 euro a testa. “Paghiamo la tariffa rifiuti, paghiamo anche il condominio per avere il verde curato ma poi con tutta questa immondizia, che non ritirano, non se ne può più. L’altro giorno mia figlia di 3 anni ha raccolto una mollettina da terra, accanto all’immondizia, in pochi secondi è stata sommersa da insetti. Abbiamo fatto la disinfestazione ma qui non basta! La spazzatura richiama non solo le formiche e le blatte! Non è igienico, c’è il rischio serio d’ infestazioni da ratti, con tutte le malattie che portano… è un ambiente insano e lo paghiamo per giunta a caro prezzo!” Si sfoga Anna, una signora di Colli Aniene, quartiere residenziale, nella periferia est della capitale, IV Municipio, uno dei primi a sperimentare la raccolta porta a porta, con accumulo di rifiuti nelle salette o nei box condominiali. “Noi siamo d’accordo di fare la differenziata porta a porta, siamo stati i primi ad aderire, però devono passare più spesso a ritirarla, così non si può più andare avanti!” Tuona Fabio, un altro romano esasperato.
“Prima la pizzeria era sempre piena, ora con i secchi maleodoranti della spazzatura, che mi hanno piazzato davanti al locale, la gente non entra più, perdo i clienti!” Si sfoga Marisa, proprietaria di una trattoria a Roma Sud. Il problema dei rifiuti sembra interessare davvero ogni quartiere della capitale, senza esclusioni, a qualsiasi ora del giorno o della notte: da Nord, a Sud, a est, dal centro alla periferia. Dalla Tiburtina all’Eur, a Montagnola, dove intere strade sono lasciate abbandonate a se stesse, fino al centro storico, dove ratti e gabbiani si spartiscono il bottino dei sacchi di plastica sporchi, abbandonati davanti ad edifici e negozi, in uno scenario davvero decadente. “Il degrado è divertente” si legge su un muro di Roma, ma probabilmente lo ha scritto un ricco turista di passaggio, perché i cittadini sono realmente esasperati e non certo felici dei disagi subiti. Anche sulla spiaggia di Ostia si trovano ingenti rifiuti abbandonati sul lungomare, ma in questo caso la responsabilità è anche dei privati e dei loro comportamenti scorretti.
La partita delle amministrative si gioca, ora, tutta sui programmi che i candidati a sindaco sono in grado d’offrire ai romani, in merito alla gestione dei rifiuti. Non dimentichiamo che il settore ha rappresentato, finora, una tavola apparecchiata, su cui hanno mangiato per anni i boss della cosiddetta mafia capitale. (M.I.)