Russia sospende accordo con gli Usa sul plutonio: è guerra
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto di sospensione dell’accordo bilaterale con gli Stati Uniti sulla riduzione del plutonio.
Gli USA sono stati accusati di creare “una minaccia per la stabilità mondiale, a seguito di azioni ostili nei confronti della Russia.” Secondo l’accordo del 2000, riconfermato nel 2010, entrambi i Paesi hanno preso l’impegno di sbarazzarsi di 34 tonnellate di plutonio, bruciandolo nei reattori, al fine di ridurre le forze nucleari. Il Dipartimento di Stato degli USA ha dichiarato che 68 tonnellate di plutonio hanno costituito materiale sufficiente per circa 17.000 armi nucleari. Entrambe le parti avevano concordato di costruire impianti speciali, per lo smaltimento delle eccedenze di plutonio, con l’obiettivo di arrivare gradualmente a scongiurare il pericolo di una guerra atomica.
“Abbiamo adempiuto ai nostro compiti, ma i nostri partner Americani non l’hanno fatto”, ha dichiarato Putin. Gli Stati Uniti respingono ogni accusa di aver violato l’accordo e affermano che la Russia sta invece rimpinguando il suo arsenale nucleare. Il disgelo post-guerra fredda si è concluso nel 2014, con la devastante guerra in Ucraina. Il decreto che interrompe gli accordi sul plutonio s’inserisce in un contesto di tensioni internazionali, che vedono il governo russo impegnato anche nel bombardamento della Siria. Secondo il Presidente Putin, gli aerei russi stanno aiutando le forze governative siriane a colpire gruppi ribelli, alcuni dei quali sono supportati dai loro alleati arabi e Americani nel Golfo. Secondo altre fonti, si tratta invece di crimini contro l’umanità. Di certo, l’idea di un mondo libero dalle armi nucleari non dev’essere abbandonata, ma oggi sembra ancora più distante dalla realtà.
(M.I.)