Caso Weinstein: Asia Argento, il patriarcato e la prescrizione
A seguito di molteplici denunce per molestia sessuale*, il produttore Harvey Weinstein è stato licenziato dalla Miramax, ed è stato espulso a vita dall’Academy Award. Inoltre, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avviato l’iter per ritirargli la Legion d’onore, che gli era stata conferita cinque anni fa, nel 2012. Hollywood ha condannato gli abusi di potere ed è chiaro che, in America, non esiste prescrizione che tenga: chi è accusato di crimini aberranti lascia le scene. In Italia, si è invece verificato il fenomeno -purtroppo non nuovo- del “victim blaming”, ossia “colpevolizzazione della vittima”. Nel nostro Paese, sembra che la gogna mediatica, invece di essere contro l’abusante, sia contro la vittima che lo ha denunciato: Asia Argento. L’attrice Italiana, dopo aver raccontato, tramite la stampa, le molestie subite vent’anni fa, è stata investita da un vero e proprio ciclone d’insulti e sottoposta ad un processo collettivo, non soltanto sui social media, ma anche su alcune testate nazionali. Secondo chi l’accusa, non si sarebbe trattato di violenze, ma di uno “scambio” comparabile alla “prostituzione”. Come se tutti, in Italia, fossero stati testimoni dell’incontro incriminato tra il produttore e l’attrice. Oltre ottanta donne hanno dichiarato di essere state violate da Weinstein. Tuttavia, in un Paese patriarcale come il nostro, ecco che il ricco produttore viene trasformato quasi in “martire”. Il punto della questione sembra si sia perso di vista, a giudicare dal tenore di alcuni servizi giornalistici e di diversi commenti sui social, ad opera di personaggi noti, maschili e femminili. Il punto dell’inchiesta è che Weinstein ha, in ogni caso, abusato della propria posizione, del proprio potere, e non avrebbe dovuto. In tutta la ridondante polemica che l’inchiesta Weinstein ha suscitato, c’è, infine, di buono, che le denunce per molestia, fioccate contro il produttore-predatore a decadi di distanza, hanno riacceso i riflettori su un tema importante: la prescrizione, che, in Italia, impedisce di denunciare qualsiasi reato avvenuto oltre dieci anni prima. Il che, in molti casi, rende impossibile la giustizia contro i pedofili. Le piccole vittime, infatti, non possono agire legalmente per proprio conto e, quando raggiungono la maggiore età, i crimini perpetrati contro di loro vengono considerati prescritti -pertanto non punibili-. La prescrizione impedisce loro qualsiasi azione legale. Per questo, da più parti, si cerca di porre in discussione l’attuale legge, in Italia, in merito a determinati reati -come la violenza sessuale-. Asia Argento si è ora aggiunta alla fila delle persone apertamente schierate per eliminare la prescrizione, in campo penale, nel nostro Paese. (M.I.)
* Un’inchiesta condotta dal New York Times ha portato alla luce le accuse di molestia sessuale rivolte contro Harvey Weinstein, produttore e co fondatore della Miramax, da oltre ottanta attrici, tra le quali Ashley Judd, Rose McGowan, Angelina Jolie, Judith Godrèche, Gwyneth Paltrow, Rosanna Arquette, Mira Sorvino, Cara Delevingne, Léa Seydoux, Kate Beckinsale, Ambra Battilana (che ha consentito d’incastrarlo, portando dei microfoni addosso e registrando le molestie per la polizia), Dawn Dunning, Asia Argento, Lena Headey, Heather Kerr, Lupita Nyong’o e Natassia Malthe…
*Ultimo aggiornamento: 3 Novembre 2017
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