La lotta del movimento LGBT Italiano
Roma, Italia, il movimento LGBT in piazza. La serie di foto ci racconta diversi momenti significativi della lotta per i diritti civili, dal 2011 al 2017. Dalla totale assenza di tutele, a un primo riconoscimento per le coppie dello stesso sesso, ottenuto attraverso la legge del 2016 sulle “unioni civili”, fino al Gay Pride dell’estate 2017, in cui il movimento è sceso in piazza per chiedere il matrimonio egualitario e la cosiddetta stepchild adoption -adozione del figlio del/della partner-, diritti ancora negati, in Italia, alle lesbiche, ai/alle trans e agli omosessuali. Tra i partecipanti ai Pride, alcuni personaggi della politica, come il defunto Marco Pannella (Euro Pride di Roma, 2011), e tantissima gente comune. Coppie, famiglie con bambini, associazioni, sindacati, gruppi religiosi e privati cittadini. Un movimento unito da obiettivi condivisi, che la politica istituzionale ha saputo accogliere soltanto in parte. “Svegliati, Italia!” è stato il titolo di una grande protesta, che si è svolta nel centro di Roma, in piazza del Pantheon e in tante altre piazze del nostro Paese, a Gennaio 2016. Due mesi dopo, è stata approvata la legge sulle unioni civili -nota come Cirinnà, dal nome della parlamentare che l’ha presentata-. Un primo passo in avanti è stato compiuto. L’Italia chiude il 2017, tuttavia, ancora in ritardo, rispetto a Stati Uniti e Canada, ma anche se paragonata alla maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea, in merito al riconoscimento dei diritti umani degli omosessuali, delle lesbiche e delle loro famiglie, bambini inclusi. I figli delle coppie omogenitoriali, nel nostro Paese, lo ricordiamo, sono piccoli cittadini Italiani, ai quali lo Stato non riconosce gli stessi diritti garantiti ai figli delle coppie eterosessuali. (M.I.)