Villa d’Este, a Tivoli: la più imitata al mondo. Noi Italiani la conosciamo?
Villa d’Este a Tivoli, modello di giardino nel mondo, imitata nei Paesi Scandinavi, patrimonio mondiale UNESCO, costituisce un vero tesoro per il Lazio e per l’Italia intera. Si tratta di una villa ricca d’arte, fontane -tra cui anche una musicale attiva, che attrae un alto numero di visitatori-, ninfei, grotte, giochi d’acqua e fonti.
In diversi Paesi d’Europa, sorgono parchi che provano ad emularne la bellezza: in Danimarca e in Svezia esistono, ad esempio, i “Tivoli Gardens” e il “Tivoli Park”, un parco giochi, quest’ultimo, per bambini e adulti, il cui ingresso costa caro. L’originale, invece, la nostra Villa d’Este, di Tivoli, meta di turisti da tutto il globo, risulta accessibile tramite il pagamento di un biglietto irrisorio e alla portata di tutti, gratis la prima domenica del mese -come ogni museo pubblico-. Bene che la cultura e la bellezza del parco siano, da noi, accessibili, ma, purtroppo, la meravigliosa villa è stata presa d’assalto da graffitari, abili unicamente a deturpare pareti d’incommensurabile valore artistico. Per non dare risalto ai vandali, scegliamo di non pubblicare le fotografie dei loro scempi, purtroppo sfuggiti ai controlli -anche a causa dell’ ampiezza della villa-.
Gli interni di Villa d’Este, con marmi pregiati e affreschi raffiguranti scene mitologiche, religiose, e ricordo di nobili casati, racchiudono secoli di storia, mentre gli ampi terrazzi lasciano lo sguardo libero di spaziare su panorami naturali e sullo scenario mozzafiato del giardino, curato nei minimi dettagli, dalla potatura delle piante, alla manutenzione delle fontane artistiche, con i numerosi giochi d’acqua. Parliamo di una villa e di un giardino, che affondano le loro radici in epoche antichissime, pre romane, e hanno goduto della sapienza idraulica dei Romani e dei restauri, successivi nei secoli, su iniziativa dei Cardinali. Il cardinale Ippolito d’Este, governatore di Tivoli dal 1550, fu il primo a mobilitarsi per sovvenzionare i lavori.
Tra gli architetti e pittori della villa: Pirro Ligorio, Alberto Galvani, Livio Agresti, Federico Zuccari, Durante Alberti, Girolamo Muziano, Cesare Nebbia, Antonio Tempesta. Successivamente, altri interventi di restauro furono finanziati dal Cardinale Alessandro d’Este e ad effettuarli fu, tra gli altri, Gianlorenzo Bernini. Nel XVIII secolo, a causa della scarsa manutenzione, il luogo decadde, inziando una discesa verso il degrado, che si intensificò con l’acquisizione della proprietà da parte degli Asburgo.
Nel XIX secolo, il cardinale Gustav von Hohelohe avviò una serie di lavori. La villa ricominciò così ad essere punto di riferimento per grandi artisti provenienti da ogni parte del mondo. Il cardinale ospitò spesso, tra il 1867 e il 1882, il musicista Franz Liszt (1811 – 1886), che proprio qui compose Giochi d’acqua a Villa d’Este.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, la villa divenne proprietà dello Stato Italiano, fu aperta al pubblico e interamente restaurata negli anni ’20-’30. Altri lavori vennero eseguiti subito dopo la seconda guerra mondiale, per riparare i danni provocati dai bombardamenti. I restauri sono da allora proseguiti fino ai nostri giorni.
Va segnalato il recente ripristino delle Fontane dell’Organo e del Canto degli Uccelli-. Villa D’Este merita oggi d’essere visitata e preservata, come un patrimonio artistico e naturalistico davvero unico al mondo. (M.I.)