Intervista a Simone Barbato: “Mi hanno fatto fuori per abuso di potere!”
Il mimo della TV a chiara voce: “Hanno messo Laurenti al mio posto e mi hanno fatto fuori per abuso di potere!”
Abbiamo intervistato Simone Barbato, talentuoso attore, cantante e musicista, noto al grande pubblico. Originario di Ovada, in Piemonte, Simone ama la natura e gli animali e non ha mai perso i contatti con le proprie radici. Tuttora vive nel suo paese, dove continua a “fare il vino”, seguendo le tradizioni di famiglia. Si è diplomato in pianoforte al Conservatorio e ha frequentato la Scuola del Teatro Comunale di Alessandria, prima di approdare alla TV. Ci racconta come ha iniziato la sua carriera ed esprime perplessità circa la mancata riconferma come mimo ad Avanti un altro!
Come nasce l’idea di fare il mimo per Zelig? Ero a una cena, durante una tournée. Chiacchierando in compagnia, è uscito fuori che imitavo l’acaro, quando ero militare negli alpini. I miei amici mi hanno chiesto di rifarlo e, tra le tante risate, è nata l’illuminazione: perché non fare un provino a Zelig, proprio come mimo? Così è iniziata la mia esperienza fantastica, come autore e attore televisivo.
Quali personaggi preferisci tra quelli interpretati? La mucca nella mangiatoia, l’acaro, l’agnello appena nato, la croce luminosa della farmacia… Ma questo non scriverlo dai, che poi s’ingelosiscono gli altri personaggi!
Simone, per quale motivo non sei stato riconfermato in TV quest’anno? Perché, dopo quattro anni di lavoro ad Avanti un altro, hanno scippato il mio personaggio per darlo a Luca Laurenti, che già canta ed ha altri ruoli importanti all’interno della trasmissione. Ora mi capita d’incontrare tante persone per strada che mi dimostrano il loro affetto, mi seguivano in TV e mi chiedono perché io quest’anno non ci sono più. Se gli autori avessero cambiato il personaggio, avrei preso coscienza della situazione. Invece hanno tolto me e hanno fatto fare quello che facevo io, il mimo, a un altro: mi hanno fatto fuori per un abuso di potere!
Progetti per il futuro? Mi piacerebbe continuare a lavorare in Italia o, in alternativa, fare ciò che fanno tanti altri della mia generazione: andare all’estero, far conoscere altrove il mio lavoro. Il primo Paese che mi viene in mente è la Francia, o… il Giappone, perché no? Credo che anche là mi capirebbero subito…
In effetti nessuno è più internazionale del mimo.
Intervista di Miriam Iantaffi