Contro il tumore si può vincere! La parola a chi ce l’ha fatta
Grazie ormai è il mio credo
di Stefania Capriotti
Quando lessi il numero dell’ospedale sul display del mio cellulare capii immediatamente: carcinoma. Per buoni 15 minuti mi trovai in strada senza saper dove andare, camminavo ripetendomi…. Non può essere, si sono sbagliati, non è vero, non può essere vero! Ho attraversato il fuoco della paura vera della morte per sei giorni, dopo mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: è la tua grande occasione Stefania, hai già vinto, sei guarita. E’ seguito un lungo respiro, focalizzando sulla natura di Guerriera e Regina che era dentro di me. Bene, una grande occasione per pulire e bonificare… il solve et coagula era giunto anche per me, dovevo solo decidere come ricostruire, perché ero consapevole che con il carcinoma sarebbe andato via tutto il mio male oscuro, quello intangibile ma che ha sempre minato di insicurezze la mia vita. In un istante ho sentito dentro di me che quanto stava accadendo niente altro era che l’inizio della mia guarigione. Dovevo rispettare solo una regola: amarmi comunque, anche dopo l’intervento. Iniziai così il percorso ospedaliero rispettando i protocolli della chemio e della radio, dopo aver affrontato, ed a testa alta, una mastectomia radicale modificata… (già, ero stata fortunata perché il “duttale infiltrante” era andato in metastasi intaccando 5 linfonodi e così….via! Anche 28 linfonodi asportati). Stranamente, contro ogni mia previsione, lo specchio divenne mio amico: durante la chemio guardavo riflesso il mio volto non più contornato dai capelli, il mio diverso corpo …bhè…non ero mai stata così bella, avevo negli occhi una luce, la luce della vittoria: mi vedevo già guarita e ricostruita, mi dichiaravo essere “incinta di me stessa” ed ogni chemio era un passo verso la Vita, una vera rinascita. Le sedute erano diventate un’espediente per incoraggiare altre donne; gli oncologi dicevano che era una festa ogni volta che andavo, ed io non perdevo neppure un secondo senza sorridere e mi ripetevo che se pur avessi dovuto affrontare qualcosa di più serio, niente e nessuno avrebbe contaminato il mio sorriso e la voglia di vivere. Infatti dopo il primo giorno di chemio tornavo al lavoro, guidavo e contemporaneamente mi prendevo cura di mia mamma, che era finita in ospedale con un infarto al miocardio. Sono passati quattro anni, ho controlli periodici quadrimestrali -ho rifiutato l’ormonoterapia optando per un’alimentazione vegetariana- e, guardandomi indietro, non posso altro che piangere di gioia nel vedere la forza e la potenza che ognuno di noi ha per poter veramente trasformare qualsiasi evento in una causa di Vittoria e Valore. Finalmente posso dire di amarmi, ho una bellezza profonda e pura, valorizzo chi sono e ringrazio ogni giorno la mia Vita per avermi dato l’opportunità di fare l’azione più bella dei miei 48 anni: aver firmato per donare una parte di me, fisica, per la ricerca contro il cancro. Questa è Gioia Pura. Grazie ormai è il mio CREDO.
Non arrendersi mai
di Claudia S.
Quando mi hanno diagnosticato il cancro tutto è cambiato…Gli amici facevano delle facce di compatimento e mi dicevano -fai tutto quello che avresti sempre voluto fare, tutto quello che ti pare, tanto poi…- Per le altre persone il tumore significa una cosa sola: morte. Non capivano che dandomi così per spacciata mi provocavano una sofferenza, proprio nel momento in cui dovevo cercare di combattere una malattia. Voglio evitare di raccontarvi nei dettagli il mio dolore fisico e mentale, perché il mio intento è un altro: sono qui a scrivere, per dirvi che come ce l’ho fatta io ce la possono fare anche altri. Ho sopportato la chemio e contemporaneamente seguito un’alimentazione vegetariana, anche se rinunciare alla carne non è stato facile. Ho unito alle cure mediche tradizionali quelle naturali: tisane di aloe, preparate dal mio erborista. L’Aloe fa proprio schifo da bere, ma fa benissimo. La cosa più importante è che NON ho mai pensato, neanche un solo giorno, che non ce l’avrei fatta. Mi ponevo passo passo dei piccoli obiettivi da raggiungere. Quando ho dovuto smettere di guidare, perché la chemio ti rende troppo debole, mi sono sentita un’incapace e ho provato una grande rabbia, ma subito dopo ho pensato: -Dopo le cure tornerò a guidare come prima, per ora posso prendere i mezzi pubblici, per non inquinare.- Cercavo di darmi degli scopi raggiungibili e di dare un senso a tutto quello che mi stava succedendo e alla fine ce l’ho fatta. Ho sconfitto il tumore, ho ripreso a guidare, mi sono ripresa la mia vita. Ormai sono trascorsi ben 5 anni da allora e non si è più riformato. Io sono una persona migliore di quella che ero e voglio dire a chi mi sta leggendo e forse sta male: non vergognarti a parlare apertamente con gli altri e non credere a chi dice -Non c’è niente da fare- perché ti impedisce di combattere per la tua guarigione.