Mario Venuti e gli Urban Fabula: il pop jazz che conquista
di Miriam Iantaffi
Mario Venuti si è esibito al Quirinetta Caffè di Roma, con il progetto Mario meets jazz, insieme agli Urban Fabula, gruppo che costituisce la sezione ritmica dell’Orchestra Jazz Del Mediterraneo. Dall’incontro dei quattro nasce un connubio di anime musicali, un’alternanza d’improvvisazioni, assoli e armonie d’insieme dall’energia trascinante. Venuti, poliedrico artista -autore, chitarrista e cantante- apprezzato dai musicisti più esigenti, è al contempo noto al grande pubblico per i suoi successi internazionali, sin dagli anni ’90. Nel 2004 vinse il Premio della Critica Mia Martini con la sua Crudele, che ha riproposto in una nuova veste jazz, insieme a classici della musica straniera come Night and Day ed Everytime we say goodbye di Cole Porter; Gimme some loving, di Spencer Davis; Drive My car dei Beatles. Si è confrontato anche con pilastri riarrangiati del repertorio Italiano: Il mondo, di Jimmi Fontana; Estate di Bruno Martino; Arrivederci e Il Nostro concerto di Umberto Bindi. Nel corso dell’esibizione, ha saputo alternare i classici con i suoi successi, tratti da “Il tramonto dell’Occidente” e dagli album precedenti, creando un’alchimia con il trio di musicisti sul palco. Il virtuosismo ineccepibile di Seby Burgio al pianoforte, l’esuberanza creativa di Peppe Tringali alla batteria e -last but not least- la potenza essenziale di Alberto Fidone al contrabbasso, hanno magistralmente accompagnato Venuti nell’esecuzione dei suoi brani: Quello che ci manca; A ferro e fuoco; Qualcosa brucia ancora; Le maniglie dell’amore; Per causa d’amore; È stato un attimo; Mai come ieri; L’Ultimo Romantico; Rosa Porporina e gli intramontabili Un altro posto nel mondo; Crudele; Fortuna, in un crescendo perfetto e senza pause. Nessuna incertezza nella meravigliosa voce di Mario, che si divertiva ad essere inseguito e ad inseguire i musicisti, dalle tonalità baritonali alle più acute, in un affiatamento artistico senza intoppi. Un pop rock in veste jazz da togliere il fiato. La performance di Venuti e gli Urban ha raggiunto il suo apice nell’ esecuzione di Veramente: un’ estasi musicale che ha fatto “veramente” tremare il teatro. Sulle note appassionate del pezzo, riarrangiato in chiave jazz, si è compiuta l’affabulazione totale del pubblico romano. Chapeau ai quattro maestri, che il 28 Aprile replicano ad Asti e il 29 a Milano. Da non perdere.
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