Nemici della città: chi sono?
Dalla periferia al centro, da Nord, a Sud ad Est di Roma, sono stati affissi migliaia di manifesti gialli d’ignota provenienza, recanti uno slogan: Siamo già tra voi, #nemicidellacittà.
I manifesti si sono fatti notare a forza, pur nella vita frenetica della capitale, da diversi mesi, perché hanno invaso luoghi pubblici –dallo Stadio Olimpico al Tribunale-, strade, stazioni della metropolitana -dal Colosseo, a San Paolo, a Ottaviano, a S.Maria del Soccorso, Ponte Mammolo e Rebibbia-. Abbiamo aspettato, prima di raccontare il fenomeno, ipotizzando che gli autori dei manifesti avrebbero potuto svelarsi durante la campagna elettorale delle amministrative, ma così non è stato. Non è ancora chiara la matrice dell’azione: forse un gruppo eversivo, o goliardico; o potrebbe anche trattarsi di semplice marketing. Non è da escludere che sia la campagna pubblicitaria di un film, o di un nuovo prodotto. Certo è che non può trattarsi di mitomani o di un gruppo disorganizzato, in quanto l’ideazione e la stampa di migliaia di manifesti ha un costo non indifferente e si presume che qualcuno abbia voluto sostenerlo con uno scopo ben preciso, che va oltre la destabilizzazione dei cittadini. Questi sedicenti nemici della città hanno anche un profilo twitter, su cui pubblicano le immagini delle loro affissioni, in ore notturne.
Chi sono i nemici della città? A dire il vero non è chiaro se gli autori dei manifesti definiscono nemici se stessi, o intendono invece denunciare che i nemici sono altri, già tra i cittadini, nei luoghi di potere, senza che nessuno se ne avveda. Al di là delle loro intenzioni poco chiare, sicuramente, prima o poi, i “nemici della città” usciranno allo scoperto, per rendere manifesto a tutti il motivo del loro operato e probabilmente troveranno già pronto, per loro, il conto da pagare per le affissioni abusive. In ogni caso, i manifesti fanno emergere nuovamente un dato: i controlli sul territorio non sono sufficienti. Roma è, indubbiamente, una città enorme e difficile da governare, ma i manifesti sono stati affissi in luoghi importanti, che si presume dovrebbero essere posti sotto controllo ventiquattro ore al giorno, in quanto considerati obiettivi sensibili e a rischio attentati: il Tribunale di Piazzale Clodio, lo Stadio Olimpico, le stazioni della metropolitana. Forse, ma è soltanto un’ipotesi, il messaggio che gli affissori abusivi vogliono lanciare è proprio questo: come loro sono liberi di agire indisturbati nei punti nevralgici della città, potrebbe esserlo chiunque altro. Lo scopo sembra pertanto, o pubblicizzare un prodotto, oppure diffondere un clima di paura ed è bene chiedersi cui prodest. A chi giova? (M.I.)*
*Aggiornamento: i manifesti sono stati rimossi quasi ovunque alla data del 21 Giugno ma i responsabili restano ignoti.