Stoccolma, la città dei mitici Abba, dei premi Nobel e di Pippi Calzelunghe, del sole che riscalda il Mar Baltico, e le isolette collegate l’una all’altra da piccoli ponti, attraversabili a piedi. L’oasi delle barche e delle piste ciclabili, dov’è possibile visitare centinaia di luoghi a costo zero –il museo a cielo aperto delle antiche imbarcazioni, i giardini dell’isola di Djurgarden, il museo d’Arte Moderna, quello Medievale, il Museo della Danza ecc ecc-  Da vedere, se possibile, e non soltanto perché il biglietto aereo da Roma costa meno di un treno per Firenze. “Dai andiamo a Stoccolma, dove se mangi stai colma…Dove potrai dire con calma…Io sto colma a Stoccolma” Cantava Rino Gaetano. Certo, in nessun luogo –specie nel Nord del mondo, dove i cuochi mischiano banana, ananas, curry, prosciutto cotto, olio di palma e salame, tutto sulla stessa pizza- da nessun’altra parte, dicevo, si mangia come in Italia e questo è un luogo comune che ci piace e finora non siamo riuscite mai a sfatare. Tuttavia, se potete, fate l’esperienza della fika Svedese. La fika a Stoccolma è una vera e propria istituzione: si tratta della pausa caffè, con amici, colleghi o parenti. La stessa parola è utilizzata sia come sostantivo, sia come verbo, nel medesimo contesto. Si fa solitamente con una tazza di espresso, o un tè, accompagnati da biscotti, o da una fetta di torta.

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Fare fika, almeno una volta nella vita, è consigliabile per diverse ragioni: innanzitutto la lettura del menù è un elisir –sebbene temporaneo- di giovinezza. La fika accompagnata da smakakor, diversi tipi di torte, dolce kolakaka,  o biscottoni kaka i box, o toast scagen,  da leggere con pronuncia Svedese, vi faranno infatti ridere in faccia all’ignaro cameriere, riportandovi per qualche istante a quella condizione pre adolescenziale, che non provavate dalle elementari, quando ridevate sottobanco delle parole pronunciate dalla supplente, in qualche dialetto sconosciuto. Vi consiglio di fare fika a digiuno e il sovraccarico insano di zuccheri raffinati, contenuti in una fetta di quelle loro torte, vi salirà dritto d’un botto al cervello, facendovi dimenticare -anche se soltanto per cinque minuti- ogni vostra pregressa angoscia umana, con conseguente rilascio di endorfine, indispensabili all’organismo. Infine, il potere dopante del dolce vi darà la carica giusta per attraversare a piedi la città, dagli affascinanti vicoli di Gamla Stan, alle isole. Oltre a smaltire la torta e ammirare le bellezze intorno a voi, potrete in tal modo risparmiarvi i 3,60 euro di biglietto per prendere un autobus –se lo comprate al negozio, perché direttamente in metro lo stesso identico biglietto potete acquistarlo a 5 euro-. Ovviamente, dobbiamo ammetterlo, funziona tutto a meraviglia. (M.I)

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