Mostra Escher

Escher a Roma

di Simone Perrotti

20 Ottobre 2014

 

 

 

La mostra ESCHER, fino al 22 Febbraio, sita nel suggestivo Chiostro del Bramante, è curata dallo storico dell' arte Marco Bussagli col patrocinio di Roma Capitale. Presenta la collezione di Francesco Giudiceandrea, che con le 150 opere presenti, narra l'intero percorso artistico del famoso incisore olandese. La mostra mette in luce anche il rapporto di Escher con altri artisti quali Duchamp o De Chirico e la passione del pittore per le leggi matematiche che regolano la natura ma che in lui sfociano in strumenti guida di fantasiose reinterpretazioni del reale con "stupefacenti" esiti. La sua prima mostra, nel 1954, avvenne ad un congresso di matematici ad Amsterdam. Escher sorprende con un punto di vista diverso da quello considerabile canonico, come in "Pozzanghera". Chi mai avrebbe pensato di raffigurare un paesaggio così come si vede riflesso in un acquitrino invece che da un' osservazione diretta? Per non parlare delle metamorfosi grafiche di oggetti e animali come in "Giorno e notte", dove gli elementi da protagonisti si dilatano fino a diventare sfondo e viceversa, in un ciclo dinamico che gioca con la psicologia della percezione ottica, fino ad arrivare al capolavoro "Sole e Luna", dove i due opposti convivono in una sovrapposizione percepibile distintamente in base al focalizzare la propria attenzione ora sugli uccelli scuri ora su quelli bianchi, estremo risultato grafico e quindi visibile del concetto filosofico di un "insieme-diviso". Presente nella mostra anche il celebre "Mani che disegnano" del 1948, immagine di due mani che si disegnano a vicenda, simbolo dell' atto pittorico che diventa oggetto stesso del dipingere, quasi riecheggiando l'effetto, voluto, di straniamento del topico "ceci n'est pas ujn pipe" di Magritte, straniamento che però rende ancora più apprezzabile e godibile la visione dell' opera. Infine come non citare, oltre all' attenzione per le regole matematiche e prospettiche, la cura dei dettagli che si esprimono superbamente nell’opera "Altro mondo II" e nella litografia "Mano con sfera riflettente". L' osservatore viene trascinato nella stessa posizione in cui era Escher mentre realizzava l'opera. Questa, bisogna dirlo, non è la prima mostra romana su Escher ma di sicuro è un dovuto e più che soddisfacente tributo che esigeva il suo genio e resterà uno dei momenti più notevoli di ciò che offre il panorama artistico-intellettuale Italiano odierno.

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