Italia candidata ad ospitare le Olimpiadi 2024: tifiamo Budapest o Parigi?

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18 Febbraio 2016

 

Italia candidata ad ospitare le Olimpiadi 2024: tifiamo Budapest o Parigi?

 

 

Di Claudio Fois

 

Roma è in gara, con Budapest, Los Angeles e Parigi, per ospitare i giochi olimpici del 2024. Candidare l’Italia è una decisione dettata dallo stesso buonsenso con cui si metterebbe il leader Nordcoreano Kim Jong Un nella stanza dei bottoni del Pentagono.

Va detto che, se da una parte l’iniziativa ha destato delle contrarietà, dall’altra ha anche suscitato grande entusiasmo. La malavita organizzata, ad esempio, è stata felicissima di sapere che eventualmente potrà contare su un giro di denaro ammontante a circa cinque miliardi di euro. Facciamocene una ragione: non si può accontentare tutti!

Su come verrebbe gestito l’importantissimo evento non ci sono certezze, però se Sherlock Holmes, Poirot o Miss Marple avessero come indizi le vicende di Italia ’90, Mose, Expo, G8 a La Maddalena, ricostruzione dell’Aquila e Mafia Capitale, ci arriverebbero! Certo, la loro capacità intuitiva è quasi soprannaturale, per cui non fanno testo.

Forse il vero problema è che le Olimpiadi non hanno le discipline in cui siamo eccellenti nel mondo. Se ci fossero salto della gara d’appalto, fondo e mezzofondo nero, lancio della mazzetta, noi Italiani faremmo incetta di medaglie d’oro. Rigorosamente da depositare poi in Svizzera.

Messa così potrebbe sembrare una visione apocalittica ma dato che il gufismo, pur non essendo ancora reato -forse c’è un Ddl ma niente di confermato- di questi tempi è se non altro sgradito, facciamo esercizio di ottimismo.

Le Olimpiadi del 2024, se l’Italia dovesse vincere l’assegnazione, sarebbero per la nostra nazione una grande opportunità, fonte di lavoro, guadagno e prestigio. Sarebbero perfettamente organizzate e gestite, riportando il Belpaese alla posizione che merita nel mondo, ovvero sul podio più alto. A patto, però, che entro dieci anni l’Italia venga comprata da arabi e cinesi. Dato che il trend è quello, ci sono ottime speranze, anzi, siamo già più o meno a metà dell’opera. Evviva!

 

 

 

 

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