Il Ministro Marianna Madia propone la regola del reintegro sul posto di lavoro per tutti i dipendenti pubblici licenziati, come regola generale

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Gennaio 2015

 

Il Ministro Marianna Madia propone la regola del reintegro sul posto di lavoro per tutti i dipendenti pubblici licenziati, come regola generale

 

Con il Jobs Act il reintegro sul posto di lavoro verrebbe meno per tutti i licenziamenti economici anche illegittimi, mentre per i licenziamenti disciplinari s'è aperta la via per un diverso trattamento tra dipendenti pubblici e privati.

 

 

Per i privati, il reintegro è previsto solo se il fatto per il quale il dipendente viene licenziato non è mai accaduto e soltanto se si riesce a dimostrare che non sia mai avvenuto nulla per indurre il datore di lavoro al licenziamento. Per i dipendenti pubblici, invece, il ministro Madia pensa al reintegro come regola generale.

 

Da oggi i dipendenti pubblici hanno dunque una nuova "Santa in paradiso": santa Madia, madonnina del gelato. Forse qualcuno tra voi ricorderà la polemica mediatica che lega il ministro al gelato. Un giornalista pubblicò una foto nella quale Marianna Madia mangiava, come chiunque altro, un gelato, sottotitolandola: "Il ministro Madia ci sa fare col gelato". Ora non accusateci di maschilismo, perché noi a dire il vero, oltre ad essere donne, non avevamo notato neanche quella foto e non avevamo colto neanche il doppio senso, finché il mondo intero dell'informazione è assurto in difesa del ministro. Tutte le femministe d'Italia si sono indignate, trasmissioni TV e giornali hanno fatto a gara per condannare l'esternazione sessista. Giustissimo, legittimo, nessuna donna deve subire discriminazioni di genere, né becere battute sessiste. Oggi, però, vorremmo vedere la stessa mobilitazione per tutte le lavoratrici d'Italia, anche per quelle "sconosciute", che faticano nel settore privato, per le libere professioniste senza garanzie né tutele che non possono ammalarsi, né prendersi il lusso di partorire. Vorremmo vedere la stessa indignazione perché in Italia ancora non esiste una legge sul salario orario minimo, al contrario di quanto avviene negli altri paesi civili. (M.I.)