26 Ottobre 2014
14 banche Europee bocciate dalla BCE
Tra le banche che falliscono il test EBA nessuna Inglese e ben quattro Italiane. La più colpita dalla crisi è il Monte dei Paschi.
La notizia arriva dopo che a Roma un milione di persone è sceso in piazza a protestare contro le misure del governo
di Miriam Iantaffi
La Banca Centrale Europea rende noto che ben ventiquattro banche dell’Unione hanno fallito lo stress test EBA (Autorita` bancaria Europea) sulle loro finanze ed hanno ora nove mesi di tempo massimo per correre ai ripari. Se non riusciranno a risanare la propria condizione finanziaria rischiano la chiusura. Quattro banche Inglesi sono state sottoposte al test e lo hanno superato con successo. Dieci, tra le banche incriminate, hanno adottato misure soddisfacenti per risanare i propri bilanci e quattordici sono ancora in condizioni disastrose.
Il controllo è stato condotto esaminando ben 123 banche dell’UE, ai fini di stabilire se avrebbero potuto sopportare un’altra crisi finanziaria. L’elenco delle 14 più disastrate banche Europee comprende: una banca Austriaca( Oesterreichische Volksbanken), due banche del Belgio(AXA Bank Europe, Dexia), una di Cipro (Hellenic Bank Public Company), due Greche (Eurobank Ergasias, National Bank of Greece), una Irlandese (Permanent TSB), una in Portogallo (Banco Comercial Portugues), due in Slovenia (Nova Kreditna Banka Maribor, Nova Ljubljanska Banka) e ben quattro banche in Italia: Banca Carige, Monte dei Paschi, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Vicenza. La Banca più colpita dalla crisi in Europa è stata il Monte dei Paschi, con un deficit di capitale pari a 2,1 miliardi di euro.
La verifica si basa sul bilancio 2013, anche se i risultati del test sono stati resi noti soltanto ora. Per la BCE (Banca Centrale Europea) la debolezza delle banche resta un fattore di freno alla crescita economica nella zona euro ed è un elemento centrale della crisi finanziaria che ha investito tutti i paesi dell’Unione. Per Max Anderl, di UBS Global Asset Management, non ci sono sorprese e così commenta il documento: “I soliti sospetti: Grecia, Portogallo e Italia”.
Veramente, come abbiamo appena visto, le banche "bocciate" non sono tutte nel Mediterraneo ma di certo, in proporzione, l'Italia sembra aver dato la prova peggiore tra gli stati dell'UE. La domanda, che ora tutti dovremmo porci, è come affrontare la crisi finanziaria delle banche in un paese con un’economia in decrescita. Secondo un rapporto Istat del 2014 sull’Italia, lo ricordiamo, ci sono oltre sette milioni di cittadini in gravi difficoltà finanziarie e oltre sei milioni di disoccupati. Il nostro prodotto interno lordo ha subito una contrazione del 9% dal 2007 ad oggi e la notizia della BCE sul fallimento delle nostre banche arriva appena un giorno dopo la protesta di massa che ha visto i sindacati, Cgl in testa, scendere in piazza contro le misure del governo Renzi e in difesa dell’articolo 18. Secondo gli organizzatori hanno partecipato alla manifestazione oltre un milione di persone. La Camusso, leader della Cgl, dal palco di San Giovanni, così ha commentato le misure decise da Renzi: “Qualche bonus in più non basta. Troppo comodo non guardare a dove si annidano la corruzione e l'evasione. Noi siamo l'unico Paese europeo che non ha una tassa sulla grande ricchezza. Ci scontriamo con un governo che, per uscire dalla crisi, pensa sempre alla via più bassa. Non va bene che il premier dica all'Ue le cose che poi non fa in Italia. Cominciamo a costruire una strada per il Paese e a porre vincoli per investire in Italia. Bisogna avere il coraggio di non limitarsi a contrattare solo 0,3 decimi…” E ancora, aggiunge: “Nessuno in buona fede può dire che licenziando si crea occupazione. La funzione di un governo è stare dalla parte di chi è più debole. Che riforma della giustizia è quella che non contempla il falso in bilancio?” Restano aperte ancora due domande: chi voterà il popolo della piazza alle prossime elezioni e chi pagherà i fallimenti delle banche?