Una delegazione del Movimento 5 Stelle ha incontrato il Presidente Mattarella

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26 Febbraio 2015

 

Una delegazione del Movimento 5 Stelle ha incontrato il Presidente Mattarella

 

 

Oggi si è incontrata con il Presidente Mattarella una delegazione del Movimento 5 Stelle, composta da Grillo, Casaleggio, diversi deputati e Maria Teresa, una giovane attivista, nata nel 1996 (in foto con i fondatori del Movimento). Tra i temi affrontati il reddito di cittadinanza, la riforma della Rai, la revoca dei vitalizi agli ex parlamentari condannati, una maggiore rapidità nella nomina dei giudici costituzionali.

 

 

Riportiamo di seguito integralmente il documento con i punti discussi tra la delegazione e il Presidente, così come diffuso in un comunicato stampa di M5S.

 

INCONTRO "MOVIMENTO 5 STELLE" – PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

TEMI DISCUSSI CON IL PDR SERGIO MATTARELLA DALLA DELEGAZIONE M5S:

 

- SALVAGUARDIA, FORMALE E SOSTANZIALE, DELLA FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE delineata dalla nostra Carta costituzionale.

 

- ARGINARE LA PREVARICAZIONE GOVERNATIVA NEL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO: caratterizzata da decretazione d'urgenza, maxiemendamenti e fiducie parlamentari. Il Governo Renzi ha sinora presentato alle Camere 28 decreti-legge (media di 2,3 al mese) ed ha posto 34 questioni di fiducia (media 2,8 al mese).

 

- NELL’AMBITO DELLA DECRETAZIONE D’URGENZA SCRUPOLOSO RISPETTO SIA DELL’ARTICOLO 77 COST., OVVERO DEI REQUISITI NECESSITA’ ED URGENZA, sia dell’articolo 15 della legge numero 400 del 1988: «I decreti devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo».

 

- RIFORMA COSTITUZIONALE: al netto dell'illegittimità costituzionale dell'attuale composizione del Parlamento, sancita dalla Corte costituzionale con la nota sentenza n. 1 del 2014, che non gli consente lo scardinamento della forma di Stato e di governo vigenti, ed al netto delle questioni di merito evidenziate dal "Movimento 5 Stelle" nelle Aule parlamentari, è opportuno sottolineare al Presidente della Repubblica l’opinione espressa dallo stesso PdR nel 1983 sul bicameralismo. Questi i passaggi più rilevanti:

 

«La lentezza del processo di produzione legislativa attribuita al bicameralismo è un presupposto in parte inesistente sia perché il Parlamento è meno lento di quanto si creda (se lo fosse veramente non produrrebbe tante leggi) sia perché gli arresti del procedimento di formazione delle leggi solo marginalmente sono imputabili al bicameralismo.[...] Se fosse vero, quindi (ma secondo noi non lo è), che le regioni soffrono di sottorappresentazione non è detto che il rimedio migliore sia quello della Camera rappresentativa delle Regioni. In definitiva [...] i guasti del sistema italiano solo in piccola parte sono addebitabili al bicameralismo. Per quanto irrazionale possa sembrare il modello italiano e per quanto anomalo sia rispetto agli schemi dominanti altrove, esso ha trovato un suo modus vivendi».

 

- RIFORMA ELETTORALE: al di là dei profili di incostituzionalità (rilevati puntualmente dal Gruppo Parlamentare "Movimento 5 Stelle" in Senato con la presentazione di una Questione Pregiudiziale), valutare la promulgazione della norma, dal momento che disciplina l'elezione soltanto di una Camera, a costituzione vigente.

 

- LOTTA ALLA CORRUZIONE E ALLA MAFIA: come noto, definite dal PdR Mattarella «priorità assolute». Sollecitare, anche con formale messaggio alle Camere (di cui art. 87 Cost.), la dolosa inerzia parlamentare nell'esame dei disegni di legge in materia, perdurante da due anni.

 

- SOPPRESSIONE VITALIZI PARLAMENTARI AI MAFIOSI E AI CONDANNATI: proposta soltanto dal Movimento 5 Stelle al Consiglio di Presidenza del Senato e all'Ufficio di Presidenza della Camera, ma puntualmente rinviata e non esaminata.

 

- REDDITO DI CITTADINANZA: il disegno di legge del "Movimento 5 Stelle", attualmente all'esame della Commissione Lavoro del Senato, è stato indicato come «disegno di legge presentato da un Gruppo parlamentare di opposizione», al fine di una sua calendarizzazione immediata in Assemblea, ai sensi della procedura di cui all'art. 53, comma 3, Reg. Sen.

 

- POTENZIAMENTO DEL RINVIO PRESIDENZIALE DELLE LEGGI (di cui all'art. 74 Cost.), che costituisce una funzione di controllo preventivo, posto a garanzia della complessiva coerenza del sistema costituzionale.

 

- SUPPORTO ALL'AUTONOMIA E ALL'INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA da ogni altro potere statuale.

 

- RIFORMA DELLA RAI. E’ necessaria un’accelerazione della riforma dell’informazione del servizio pubblico televisivo volta a evitare sprechi e duplicazioni e a promuovere sinergie tra le attuali testate giornalistiche, inoltre a favorire un aumento della qualità e della diversificazione dell’offerta e a una razionalizzazione delle risorse della Rai, attingendo alle professionalità interne, per procedere ad un progetto di riposizionamento dell’offerta informativa della Rai nel nuovo mercato digitale e assicurare un rafforzamento dei principi di oggettività, imparzialità, completezza e lealtà dell’informazione che devono connotare il servizio pubblico evitando ingerenze dei partiti. Vanno introdotte per la nomina dei direttori delle testate giornalistiche procedure trasparenti che prevedano la pubblicazione sul sito dell’azienda di un avviso pubblico rivolto sia ai propri dipendenti sia a professionisti esterni alla Rai, cui sia data la più ampia pubblicità. L’avviso dovrebbe contenere il possesso di una pregressa esperienza giornalistica di eccellenza, che attesti la fondata capacità potenziale ad assumere la direzione di una testata giornalistica e dovrebbe dimostrare doti innovative e apertura alle esigenze della modernità. Gli organi competenti potranno poi procedere alla nomina, secondo le vigenti disposizioni normative, sulla base di una valutazione comparativa dei curricula trasmessi. Si presenta come necessaria una riforma della Rai per assicurare una vera indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo dal potere politico-parlamentare e, soprattutto, dal potere governativo. Su questo punto c’è anche un orientamento costante della Corte costituzionale, la quale ha sempre affermato che non può esserci alcuna influenza delle maggioranze parlamentari e del Governo sui vertici del servizio pubblico. Questo significa che la riforma della Rai è una materia che compete al Parlamento e non può in alcun modo essere fatta con lo strumento del decreto-legge. Sarebbe un atto gravissimo e contrario agli stessi principi costituzionali. Ci attendiamo, dunque, che il Presidente della Repubblica vigili anche sulla procedura con cui si sta per rivedere l'assetto del servizio pubblico radiotelevisivo, difendendo le prerogative del Parlamento.

 

- NOMINE DEI GIUDICI COSTITUZIONALI IN TEMPI RAPIDI e senza condizionamenti dei partiti