Luneur

Aspettando il LunEur: un bene pubblico chiuso da sei anni

L'area appartiene a un'azienda, Eur S.p.a, controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e dal Comune di Roma. L'ammodernamento del lunapark è stato finanziato con i soldi dei contribuenti.

 

di Miriam Iantaffi

 

 

Il Parco dei divertimenti LunEur è stato il punto di riferimento per lo svago di cittadini romani e turisti, dal 1953 al 2008, anno della sua chiusura. Le montagne russe, la ruota panoramica, i giri della morte, la nave pirata, i semplici tiri al bersaglio, le macchine a scontro, gli elefantini volanti. Non era il DisneyWorld di Orlando, ma per noi romani era il più grande divertimento, piazzato nel cuore verde della città. L’ingresso al parco era gratuito e i visitatori potevano optare per il pagamento di ogni singola giostra scelta fino al marzo del 2007, quando fu istituito un biglietto d’ingresso unico al luna-park e -contemporaneamente- il parco fu sottoposto a un rinnovo, costato milioni di euro. Il biglietto d’ingresso, però, comprendeva soltanto la fruizione di alcune attrazioni. In tutti gli altri grandi parchi divertimento in Italia e nel mondo, invece, il biglietto d’ingresso unico consente di usufruire di qualsiasi giostra. La spesa eccessiva richiesta ai consumatori del LunEur ha determinato un calo delle visite, che ha portato, contestualmente ad altre ragioni economiche, alla sua chiusura nell’Aprile 2008, appena un anno dopo la ristrutturazione. Da allora sono state annunciate varie probabili riaperture: nel 2009, nel 2012 e infine quella attesa per la primavera del 2015, a fronte di un nuovo investimento di 16 milioni di euro, dal 2012 ad oggi, per il suo ammodernamento. Cerchiamo di capire cosa è accaduto e perché il parco dopo sei anni risulta ancora chiuso. Innanzitutto il LunEur non è proprietà di un qualsiasi privato che non ha saputo amministrare il proprio patrimonio: l’intera area appartiene a EUR S.p.a., azienda controllata per il 90% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e per il 10% dal Comune. Esaminando il bilancio di Eur S.p.a. del 2008, si riscontrano debiti dell’azienda con il Ministero dell’Economia e delle Finanze pari a 4,5 milioni di euro, mentre i debiti con il comune di Roma -al 31 dicembre 2008- ammontano a 500mila euro. La Eur S.p.a., lo ricordiamo, ha ricevuto un finanziamento di 61,9 milioni di euro dal Ministero per le Infrastrutture e di 60 milioni da Roma Capitale, per il progetto del Nuovo Centro Congressi. Ma torniamo al LunEur: la sua chiusura è una vera e propria ferita inflitta alla città. A seguito di una gara d’appalto indetta dalla Eur S.p.a., la concessione del luna-park è stata assegnata nel 2008 alla Cinecittà Entertainment, che la deterrà per diciotto anni. La Cinecittà Entertainment detiene anche il Cinecittà World, parco dei divertimenti aperto da pochi mesi a Castel Romano.

La preoccupazione dei cittadini verte sulla necessità di effettuare un controllo adeguato, per accertare che le giostre e le attrazioni del LunEur non siano spostate a Castel Romano né in nessun altro parco più difficile da raggiungere per i romani, che hanno finanziato l’ammodernamento del LunEur. Ben venga un nuovo parco, purché sia in grado di creare nuovi posti di lavoro e purché nessun capitale sia spostato all’estero. Diverse fonti affermano che già un’attrazione del LunEur, la giostra Looping Star, è stata smontata e rimossa per essere rimontata, tale e quale, nel parco divertimenti Zoomarine, di Torvaianica, nel 2010, con il diverso nome di Vertigo. Il progetto presentato da Cinecittà Entertainment sembra voler trasformare il LunEur in un ‘family park’ under 12, con ristoranti, negozi, gonfiabili e giostrine, un progetto in controtendenza mondiale giacché ovunque si è compresa la necessità di creare luoghi di divertimento adatti ad ogni età. Un’ulteriore nota dolente di tutta la faccenda riguarda il futuro di 160 famiglie di giostrai, che animavano, un tempo, il LunEur e che da sei anni attendono di tornare al proprio lavoro. Ormai è trascorso oltre un anno da quando il loro portavoce, Saverio Pedrazzini, scrisse un’accorata lettera al Sindaco di Roma, opponendosi al family park. I soldi pubblici dovrebbero essere investiti nel capitale umano, per creare nuove opportunità di lavoro che incrementino al contempo i consumi e la ricchezza nazionale. Vigilare sulle sorti del LunEur è interesse di tutti, indipendentemente dall’appartenenza politica, poiché il parco è un bene pubblico e merita di essere restituito nella sua interezza ai sogni di grandi e piccoli, in uno spazio definito -l’Eur- e nel tempo annunciato.

 

(L'articolo è l'aggiornamento di un' inchiesta scritta e pubblicata su un cartaceo, sempre da Miriam Iantaffi, già a Luglio 2014).

 

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