Febbraio 2015
Il 6 Febbraio è la Giornata Mondiale contro le Mutilazioni genitali femminili
Il 26 Gennaio scorso abbiamo scritto di un medico egiziano, Raslan Fadl, che è stato condannato per omicidio colposo di una bambina di appena 13 anni, Suhair al-Bataa, morta durante un intervento chirurgico di infibulazione. A metterla nelle mani di quel chirurgo è stato suo padre, pensando di fare il bene della piccola, perché le mutilazioni genitali femminili sono ancora la norma nella loro comunità, anche se l'infibulazione è vietata in Egitto da sei anni. Purtroppo ancora oggi questa pratica barbarica è diffusa in molti paesi dell'Africa e non solo, sopravvivendo alle leggi sui diritti umani e al comune buon senso. Il 6 febbraio, è la Giornata Mondiale indetta dall’ONU per l'eliminazione delle mutilazioni genitali femminili (MGF). L’Associazione Genere Femminile afferma:
“Occorre consolidare e intensificare l’impegno politico e civile globale per costruire un più ampio movimento di opinione che contribuisca a condannare senza mezzi termini le MGF, e rendere le donne e le ragazze più consapevoli dei propri diritti anche riguardo alla loro salute sessuale e riproduttiva.” Noi del Diretto esprimiamo la nostra solidarietà a donne e bambine a rischio e ricordiamo che il Governo Italiano ha messo a disposizione un numero di telefono: 800300558, attivo dalle 8 alle 20. In altri orari telefonate al 112, al 113 o -nel caso di minorenni- al 114. Potete chiamare per chiedere aiuto o segnalare casi sospetti d' infibulazione. Se volete invece scriverci la vostra esperienza, firmata, potete inviarla a: info@ildiretto.com.
Diffondiamo di seguito, per intero, il COMUNICATO del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Governo Italiano.
"Il 6 febbraio si celebra la Giornata Mondiale per l'eliminazione delle Mutilazioni genitali femminili, considerate una gravissima violazione del diritto fondamentale alla salute e all'integrità fisica delle donne e delle bambine. L'anniversario è stato proclamato dall'Onu nel 2003. Le mutilazioni genitali femminili (Mgf) sono pratiche culturali tradizionali dette "escissorie", che consistono nell'asportazione o alterazione di una parte dell'apparato genitale esterno delle donne, eseguite in genere sul bambine o ragazze al di sotto dei 15 anni, con gravi conseguenze per la salute fisica e psichica di chi le subisce. Si tratta di pratiche diffuse presso numerosi gruppi ed etnie dei paesi dell'Africa Subsahariana e in alcuni paesi della penisola arabica, ma sono presenti anche in Italia, per effetto dell'immigrazione. Secondo i dati di una ricerca commissionata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, nel nostro Paese sono oltre 35 mila le ragazze e bambine vittime di mutilazioni genitali, e circa 1000 quelle potenziali, tutte minori di 17 anni. Con la legge n. 7 del 2006, la legislazione italiana ha istituito il divieto di praticare le Mgf, prevedendo contestualmente la promozione di numerose attività di contrasto di queste pratiche violente, il cui coordinamento è affidato dal Dipartimento per le Pari Opportunità. Di recente sono stati stanziati 4 milioni di euro da destinare a progetti di contrasto e campagne di sensibilizzazione sul territorio, attraverso associazioni o operatori locali. Il DPO, inoltre, ha promosso la campagna di informazione "Nessuno escluso", che si rivolge direttamente ai genitori immigrati, puntando alla loro responsabilizzazione rispetto alla decisione di praticare le Mgf sulle proprie figlie. Da novembre 2009, inoltre, è attivo il numero verde gratuito 800 300 558 del Ministero dell'Interno, dedicato principalmente ad accogliere segnalazioni e notizie di reato realizzate sul territorio italiano, a fornire informazioni sulle strutture sanitarie e sulle organizzazioni di volontariato vicine alle comunità di immigrati provenienti dai Paesi dove sono effettuate le pratiche di Mgf. Il servizio, gestito dalla direzione centrale anticrimine del Dipartimento della pubblica sicurezza, è nato dalla collaborazione tra Ministero dell'Interno e il Dipartimento per le Pari Opportunità."