2 Luglio 2015
L’Unione Europea abbassa la qualità nella produzione di agrumi e formaggi?
A dare il via ai formaggi senza latte è stato, però, un eurodeputato Italiano della Lega Nord
Se c’è un settore di produzione per il quale noi Italiani possiamo andare fieri nel mondo, è quello alimentare. Sono Italiani vini e alimenti biologici, non ogm e di qualità superiore a quelli prodotti nel resto del mondo. L’Europa, dopo avere abrogato le quote che imponevano al nostro Paese d’ importare latte per quantità superiori a quelle richieste dal mercato -il che ci è costato multe per oltre 4 miliardi di euro- c’ impone nuove norme, tese ad abbassare i nostri standard qualitativi nella produzione del cibo.
I formaggi senza latte fresco
I formaggi Italiani, lo sappiamo, non hanno uguali nel mondo. La Commissione Europea ha chiesto all’Italia di correggere la legge n.138 dell’11 Aprile 1974, che sancisce il divieto di utilizzare latte in polvere nella produzione di prodotti caseari. In Italia i formaggi si possono fare soltanto con il latte fresco, mentre nel resto del mondo può essere utilizzato il latte in polvere. Il Presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ha spiegato: “Con la nuova normativa Europea a rischio non ci sono soltanto i formaggi di origine protetta –parmigiano Grana Padano, Reggiano e ancora Fontina, Raschera, Bra, Castelmagno, Montasio, Asiago, Mozzarella di bufala, per citarne solo alcuni- ma anche tutti gli altri formaggi, per i quali i produttori Italiani da sempre garantiscono uno standard di qualità che ora l’Unione Europea vuole abbassare.” Certo, con la nuova normativa, gli Italiani non saranno obbligati a utilizzare latte in polvere, ma potranno farlo senza divieti, il che significa una perdita di qualità assicurata per una parte della produzione, dato che il latte in polvere grava meno sul bilancio rispetto al latte fresco e in molti potrebbero optare per questa soluzione, per contenere i costi. Quello che in pochi dicono è che il cambiamento di normativa, imposto dalla Comunità Europea, è stato richiesto dall’eurodeputato Italiano Oreste Rossi, eletto con la Lega Nord e oggi in Forza Italia. Proprio l’onorevole Rossi ha chiesto l’intervento dell’Europa, per abolire le norme che vietano l’utilizzo di latte in polvere nella produzione dei formaggi.
Gli agrumi: un’economia eccellente a rischio nel Sud Italia
Un altro settore d’eccellenza, che caratterizza il Sud Italia ed è ora a rischio, a causa della normativa Europea, è, infine, quello della produzione di agrumi. Limoni, arance e tarocchi igp vengono prodotti nel Sud Italia con metodi di coltivazione in grado di garantire alti standard qualitativi, senza l’impiego di diserbanti dannosi per la salute. La coltivazione dei tarocchi prevede una sapienza tramandata dai contadini Siciliani di generazione in generazione, da centinaia di anni, in un rapporto armonioso con la natura, che è la chiave per comprendere l’altissima qualità dei prodotti della Trinacria, rispetto a quelli stranieri. Dopo che l’Unione Europea ha liberalizzato i mercati, togliendo i dazi alle arance marocchine, queste ultime si sono imposte in Italia, a danno della produzione Siciliana. In Marocco, infatti, i costi di produzione sono molto più bassi -anche a causa dell’impiego di bambini nel lavoro, pratica ovviamente non consentita nel nostro Pese.- Il risultato è che i mercati Italiani di frutta e verdura pullulano oggi di arance marocchine, a prezzi più bassi, mentre basta fare un giro per l’entroterra Siciliano, per trovare un’ingente quantità di arance lasciate a terra, che nessuno raccoglie più. La produzione potrebbe scomparire, se non faremo il possibile per proteggere quest’eccellenza Siciliana. In attesa che lo Stato Italiano faccia la sua parte, noi consumatori possiamo fare la nostra, ad esempio comprando direttamente dai produttori, o comunque controllando sempre la provenienza delle arance che acquistiamo. (M.I)